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Pillole di comunicazione / Il boom del Rainbow washing, giusto o sbagliato?

Il boom del rainbow washing, giusto o sbagliato?

Mai come quest’anno si è vista una presa di posizione di una grande quantità di aziende sul tema dei diritti LGBTQ. Immagini di profilo social “arcobaleno”, post di svariato tipo per promuovere il welfare aziendale, promozioni e merchandising dedicato all’evento, sponsorizzazioni per il Pride e chi più ne ha più ne metta.

Questo vero e proprio fenomeno di comunicazione e branding merita quindi un’approfondimento, esattamente come quello del più comune ormai Green washing.

La nostra riflessione è quella che promuovere da parte delle aziende la parità di diritti e l’inclusione della comunità LGBTQ sia comunque da premiare, quindi assolutamente ottimo che se ne parli, anche se il fenomeno è chiaramente spesso una strumentalizzazione per far parlare della propria azienda.

Quello che però dobbiamo tenere in considerazione è che per ogni post Rainbow occorre domandarci: “è veramente così? Quello che dicono è reale? O è solo un cambio di bandiera momentaneo?”. Detto questo è quindi necessario premiare chi per tutto l’anno applica le cose che condivide.

Il mese del Pride è quasi ormai giunto al termine, si ritornerà man mano ad una “de-arcobalenizzazione” di loghi e brand. Ma speriamo che se ne continui a parlare e sia sempre un modo per rendere il welfare aziendale più vicino a famiglie e persone.

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